Tra­spa­ren­za e one­stà per un si­ste­ma pre­vi­den­zia­le so­ste­ni­bi­le

Intervista01 Giugno 2022

L’imminente riforma è il prossimo passo necessario sulla via del miglioramento costante della nostra previdenza per la vecchiaia, così la consigliera agli Stati Johanna Gapany sull’urgenza e sui requisiti della riforma.

Signora Gapany, in qualità di giovane liberale-radicale quanto ritiene urgente la riforma della previdenza per la vecchiaia?

Se consideriamo importanti le nostre assicurazioni sociali, dobbiamo riformarle con urgenza. Più che una riforma rapida, tuttavia, è indispensabile un processo di revisione solido, ossia misure di riforma equilibrate che tengano conto delle condizioni demografiche, sociali ed economiche. Riforme che stabilizzino il primo e il secondo pilastro rendendoli sostenibili, e .che al contempo siano accettabili per
la popolazione. Voglio essere ottimista, perché negli ultimi tempi di riforme ne abbiamo viste poche, e i mutamenti sociali
sono talmente significativi che necessitiamo al più presto di una soluzione efficace e sostenibile.
 

Da tempo ormai la previdenza per la vecchiaia preoccupa la popolazione svizzera, compresi i giovani. Ciononostante, nelle votazioni le proposte di riforma falliscono sempre. Dove sta l’errore?

Il compito in sé è molto difficile: il tema tocca tutti, ma gli interessi sono differenti. Si tratta di trovare un denominatore comune. Invece di parlare ancora di cosa non ha funzionato, preferirei concentrarmi su quello di cui abbiamo bisogno ora. Se davvero teniamo al nostro
sistema previdenziale (e io ci tengo) abbiamo il dovere di cercare il dialogo su un terreno comune e ammettere che l’imminente riforma non risolverà tutti i problemi, ma almeno una parte sì. Pertanto, è il prossimo passo necessario sulla via del miglioramento costante della nostra previdenza per la vecchiaia.

Johanna Gapany

Affinché questa riforma abbia successo, dobbiamo aprirci all’ascolto e alla comprensione reciproci: Johanna Gapany.

In occasione delle votazioni la sinistra si avvale spesso di espressioni tipo «furto di rendite» o argomenti come il risanamento dell’AVS «sulle spalle delle donne». Perché i partiti borghesi non sono in grado di smentire queste leggende?

Per la sinistra il problema non è l’età di pensionamento, visto che, peraltro, l’aveva comunque accettata nel quadro della Previdenza per la vecchiaia 2020. La loro tattica consiste piuttosto in un attacco diretto alle prestazioni, già attualmente in rosso. Senza una riforma appropriata il rischio di una riduzione delle prestazioni si concretizza.

Pur tralasciando questa incoerenza, risulta evidente che la sinistra usa un argomento sbagliato per rifiutare una riforma che rientra nella competenza del proprio Consiglio federale. Contrariamente a quanto sostenuto, le donne – pur percependo meno degli uomini dalla previdenza professionale, soprattutto per via delle disparità del passato e del lavoro a tempo parziale – ricevono rendite AVS molto più elevate, dovute all’aspettativa di vita più lunga e ai benefici delle rendite per vedove. Questo cosa significa? Che per migliorare le rendite delle donne bisogna puntare sul secondo pilastro. Invece di sabotare la riforma del primo pilastro, la sinistra farebbe perciò meglio a sostenere l’imminente riforma del secondo pilastro.
 

Le nuove generazioni pagano lo scotto della negligenza degli anziani. Ciononostante, i giovani, se escludiamo quelli politicamente attivi, non sembrano particolarmente interessati all’argomento. Come sensibilizzarli maggiormente?

La scelta professionale, la formazione, l’ingresso nel mondo del lavoro e la creazione di una famiglia sono fasi di vita fondamentali. I giovani hanno già abbastanza preoccupazioni. Non significa però che non diano importanza alla previdenza per la vecchiaia. A mio parere, l’apparente mancanza di interesse è piuttosto una questione di priorità. Grazie alle attuali riforme e ai relativi dibattiti, sempre più giovani si interessano all’argomento e ne comprendono la rilevanza. Inoltre, il nostro sistema democratico rappresenta un vero e proprio surplus, in quanto il dibattito non si svolge solo in Parlamento, ma anche tra la popolazione, e quindi le sfide sono ampiamente conosciute. La politica è chiamata ad assumersi una grande responsabilità; dobbiamo ai giovani la massima chiarezza riguardo alle condizioni in cui versa il nostro sistema previdenziale. I datori di lavoro devono fare la loro parte offrendo la massima trasparenza sulla costituzione del capitale previdenziale di ogni collaboratore.
 

In tutta sincerità, la riforma della previdenza per la vecchiaia riuscirà a mettere a segno il grande colpo? E secondo lei, quali sono i presupposti affinché la maggioranza approvi una riforma?

Dal mio punto di vista è sbagliato credere che questo sia il grande colpo. Il numero di riforme è stato insufficiente, e i cambiamenti troppo importanti per pensare che tutto possa risolversi in una volta. Dovremmo innanzitutto impegnarci ad attuare una prima riforma che spiani la strada ad altre riforme indispensabili per un miglioramento costante del sistema previdenziale.

Affinché questa riforma abbia successo, dobbiamo aprirci all’ascolto e alla comprensione reciproci. Le parti coinvolte devono agire con la massima onestà e trasparenza; non saranno certo i falsi slogan della sinistra ad aiutare i cittadini a ottenere rendite migliori. Ciò di cui hanno bisogno sono verità e informazioni che permettano loro di prendere una decisione ponderata e votare con criterio: a favore della riforma e per un sistema previdenziale sostenibile.

 

Ritratto: Johanna Gapany è economista, consigliera agli Stati friburghese e membro del PLR.