Il mon­do pro­fes­sio­na­le e del la­vo­ro in fu­tu­ro

10 Giugno 2021

Chi in futuro desidera esercitare una professione nell’ambito delle assicurazioni, oltre alle capacità tecniche deve dimostrare anche delle competenze trasversali. Queste competenze sono più difficili da trasmettere nei piani formativi classici, ma a lungo andare generano maggiore successo.

Le competenze trasversali sono fonte di successo

Brevi e concisi: nel dopoguerra gli annunci di lavoro contavano poche righe. Ai requisiti relativi alle soft skill, sempre che fossero presenti, si accennava con parole come «abile» o «capace». Negli anni ‘80 gli annunci di lavoro erano già più lunghi e contenevano sempre più anche le competenze sociali, come ad esempio le «capacità comunicative». Oggi, le competenze trasversali sono i requisiti del momento: si tratta di quelle capacità non ascrivibili a un solo settore, ma applicabili a più ambiti. Coinvolgendo diverse persone del settore assicurativo, l’Istituto di Economia assicurativa  (I.VW) dell’Università di San Gallo e l’Istituto Universitario Federale per la Formazione Professionale (IUFFP) hanno analizzato le competenze che in futuro saranno importanti nell’ambito dell’economia assicurativa. Hanno rilevato così le tendenze che nei prossimi dieci anni caratterizzeranno il settore delle assicurazioni. Sono state prese in considerazione sia le tendenze sociali, sia quelle economiche e tecnologiche, come ad esempio l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA). «L’intelligenza artificiale è rappresentativa del tentativo di riprodurre o imitare il comportamento umano tramite le macchine. Nelle aziende assicurative i primi tentativi sono visibili in particolare nell’interazione con i clienti, dove ad esempio vengono impiegati degli assistenti digitali.Il potenziale della tecnologia è però di gran lunga più elevato e finisce per toccare tutti i settori della catena di creazione di valore aggiunto, dal contatto con il cliente fino alla fabbricazione del prodotto», spiega il professor Christian Biener. Quest'ultimo, che ha collaborato allo studio in qualità di direttore dell'I.VW, lascia intendere che l’economia assicurativa al momento si trova solo all’inizio di una grande trasformazione. Dalle tendenze individuate sono risultate cinque competenze grazie alle quali in futuro i collaboratori nelle assicurazioni dovrebbero poter affrontare o adempiere le proprie mansioni:

Cinque competenze transversali

Dalle tendenze individuate sono risultate cinque competenze grazie alle quali in futuro i collaboratori nelle assicurazioni dovrebbero poter affrontare o adempiere le proprie mansioni.

«Nella pratica queste competenze sono correlate e non possono essere delimitate in modo preciso», spiega la professoressa e coautrice dello studio Ursula Scharnhorst (IUFFP), sottolineando che non si tratta affatto di competenze nuove: «oggi, però, l’obiettivo della loro acquisizione non è ancora perseguito con sufficiente costanza.» Nei piani di studio degli istituti di formazione gli obiettivi tecnici sono formulati già da tempo sulla base delle competenze. Spesso, anche le competenze trasversali vengono elencate tra gli obiettivi formativi. «Queste capacità non vengono però trasmesse nel corso della formazione. Non di rado le competenze trasversali sono legate a caratteristiche personali che si sviluppano dalla prima infanzia. Più tardi, nell’ambito della formazione professionale di base e continua, si può lavorare al meglio su queste skill, riflettendo sul proprio comportamento e migliorandolo poco alla volta», continua Ursula Scharnhorst. Secondo Belinda Walther Weger, responsabile del settore Public Affairs e della sostenibilità presso la Mobiliare nonché presidente della commissione Politica della formazione dell’Associazione Svizzera d’Assicurazioni (ASA), la trasmissione delle competenze trasversali è di fondamentale importanza sia durante il lavoro, sia nella formazione professionale di base e continua: «è importante collaborare con gli istituti di formazione al fine di trovare e sviluppare in futuro dei mezzi per trasmettere e insegnare queste competenze in modo adeguato.»

Competenze necessarie

Una sfida futura sarà quella di individuare candidati che possiedono competenze trasversali: «il metodo più praticabile potrebbe essere quello di descrivere delle situazioni concrete dalle quali il candidato deve sapersi districare e che può veramente risolvere solo se possiede le competenze necessarie», spiega Stephan Walliser, responsabile delle risorse umane dell’assicurazione Basilese e presidente della commissione Politica dei datori di lavoro dell’ASA. Parole confermate anche da Ursula Scharnhorst: «finora nel mondo del lavoro abbiamo pochissimi strumenti sperimentati e affidabili per la valutazione delle competenze trasversali. Di norma, le abilità sociali vengono individuate meglio nelle situazioni professionali concrete.» La procedura di reclutamento dell'economia assicurativa sta dunque mutando. Stephan Walliser prevede che già nel giro di cinque anni anche gli annunci di lavoro saranno diversi: «sicuramente descriveremo sempre più delle situazioni che dovrebbero attirare proprio quelle persone che hanno le competenze trasversali ricercate.» Pertanto, a lungo termine avrà successo chi è consapevole delle proprie competenze trasversali e le saprà sviluppare in modo mirato.

«Competenze del futuro»

Nel quadro della strategia 2020–2024 dell’ASA, l’Istituto di Economia assicurativa (I.VW) dell’Università di San Gallo e l’Istituto Universitario Federale per la Formazione Professionale (IUFFP) hanno rilevato le «competenze del futuro» per il settore delle assicurazioni riferendosi ad una prospettiva temporale che va fino al 2030. I risultati,  elaborati  in  collaborazione con diversi rappresentanti del settore dell’economia assicurativa, sono ora disponibili.

«La trasformazione del mondo del lavoro è stata accelerata dal coronavirus»

Il rapporto conclusivo «Competenze del futuro» ha identificato cinque competenze trasversali che i collaboratori devono possedere per avere successo in futuro nel settore assicurativo. In che modo si inseriscono i risultati nell’orientamento strategico delle società assicurative?

Severin Moser: Da un lato, il settore assicurativo si pone in un’ottica lungimirante. Dall’altro, però, quest’ottica viene associata a una certa lentezza che non si addice all’era digitale. Tuttavia, come dimostra chiaramente il rapporto conclusivo, già da molto tempo non è più così. Il rapporto è come una bussola che può e deve servire a piccole e grandi società assicurative per orientarsi in modo strategico. Alcune di loro stanno già facendo passi da giganti, altre hanno ancora un po’ di strada da percorrere. L’importante è cogliere nuovi stimoli, coinvolgere costantemente i nostri collaboratori nella formazione continua e rendere accessibili nuove forme di lavoro. Ad ogni modo, nonostante la pandemia, il settore è diventato più attrattivo: questa tendenza verrà mantenuta se continueremo a promuovere le competenze ricercate.

Severin Moser, CEO Allianz Suisse

Severin Moser, CEO di Allianz Suisse, membro del comitato direttivo dell'ASA e presidente del Comitato per la politica della formazione e dei datori di lavoro dell’ASA.

In che modo si promuovono queste competenze nei collaboratori?

Tutti noi possediamo dei punti di forza, dei talenti e delle potenzialità. L'arte sta nell'impiegarli in modo mirato, sollecitarli i e svilupparli ulteriormente. Prima di tutto è necessario potenziare la consapevolezza in merito all’esigenza di mettere a disposizione adeguate risorse in termini di tempo e finanze. Le società assicurative forniscono le linee guida volte a promuovere le competenze necessarie, offrendo formazioni di base o continue nonché opportunità professionali. La motivazione per acquisire nuove capacità e per crescere individualmente deve invece venire dal collaboratore stesso. In questo senso, però, possiamo influire sulle scelte dei collaboratori con dei consigli e fornire al contempo un sostegno ai quadri nel loro ruolo dirigenziale. Volere è potere, soprattutto se si tratta di una volontà comune. 

Anche la pandemia ha un forte impatto sul nostro modo di lavorare. Si tratta di una tendenza temporanea o di una trasformazione a lungo termine?

Mettiamola così: è una trasformazione a lungo termine che è stata accelerata dal coronavirus. Il settore ha dato prova della sua capacità di proseguire le sue attività senza intoppi anche nelle condizioni più difficili e con il telelavoro. Abbiamo offerto consulenza alla clientela tramite videochiamate e abbiamo organizzato videoconferenze: ci sono certo stati degli ostacoli posti dalla tecnologia, ma questo non ha influito sulla qualità del servizio e sulla soddisfazione dei clienti. L'esigenza di metodi di lavoro flessibili è aumentata sia per i datori di lavoro sia per i collaboratori. Ora possiamo servirci di questi effetti positivi e trasformarli in opportunità per accelerare il passo verso il mondo del lavoro di domani. Molte società stanno già lavorando alacremente in questa direzione. Ci attendono sviluppi molto interessanti!