I sin­da­ca­ti met­to­no in pe­ri­co­lo la pre­vi­den­za per la vec­chia­ia del­le PMI

Comunicato stampaArchivio22 Novembre 2017

Con le loro pretese più volte ribadite in relazione all'assicurazione vita collettiva, i sindacati mettono in pericolo la previdenza sicura delle piccole e medie imprese e dei loro collaboratori. Gli assicuratori vita sono gli unici offerenti ad assumersi i rischi della previdenza professionale per le PMI. Questa copertura unica nel suo genere risponde a un grande bisogno. Già oggi la domanda supera l'offerta.

Zurigo, 21 settembre 2016 – Recentemente l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari FINMA ha informato in modo completo per l'undicesima volta sull'attività degli assicuratori vita nella previdenza professionale. Il «Rapporto sulla trasparenza nel conto di esercizio 2015» commenta cifre salienti come effettivi di assicurati, premi, proventi da capitali, prestazioni, costi ed eccedenze. Dal rapporto emerge ad esempio che nello scorso anno gli assicuratori vita hanno diminuito i costi d'esercizio per assicurato per l'ottava volta di seguito. O ancora il documento mostra la ridistribuzione sulla base dell'elevato tasso di conversione.

Copertura assicurativa integrale per le PMI

Le PMI, che non possono o non vogliono assumersi personalmente i rischi della previdenza per la vecchiaia, scelgono di affiliarsi all'istituto di previdenza di un assicuratore vita. Gli assicuratori vita si assumono quale unico offerente tutti i rischi che potrebbero mettere in pericolo le rendite dei lavoratori, come il decesso e l'invalidità o le crisi finanziarie. Gli assicurati non dovranno mai versare contributi di risanamento, né saranno mai confrontati con decurtazioni delle prestazioni. Questa sicurezza nella pianificazione permette alle piccole imprese di concentrarsi completamente sulle loro attività.

Al fine di poter garantire a lungo termine queste sicurezze, gli assicuratori vita necessitano di capitale proprio a sufficienza. Negli anni negativi i finanziatori si assumono le perdite e negli anni positivi ricevono un indennizzo per questo rischio. Le eccedenze incassate negli anni positivi vengono suddivise tra gli assicurati e gli assicuratori vita secondo il tasso minimo previsto dalla legge: gli assicurati ricevono almeno il 90%, mentre gli assicuratori al massimo il 10%. Con la loro quota degli utili gli assicuratori vita pagano le tasse, costituiscono il capitale proprio necessario e risarciscono i finanziatori per il loro capitale di rischio.

Un aumento del tasso minimo a carico degli assicuratori, come richiedono i sindacati, metterebbe in pericolo l'unica copertura che offrono gli assicuratori vita: se dovesse venire ulteriormente limitata la possibilità di indennizzare il capitale, diventerebbe difficile se non impossibile trovare ancora finanziatori disposti ad assumersi i rischi.

I sindacati politicizzano quindi in modo palese contro le esigenze delle PMI e dei loro collaboratori. La tutela da parte degli assicuratori vita risponde a un'ampia richiesta: circa un milione di persone in circa 150'000 PMI approfittano di questa soluzione.