Ri­for­ma «pre­vi­den­za per la vec­chia­ia 2020»: è ri­chie­sta una so­lu­zio­ne nell'in­te­res­se del­le ge­ne­ra­zio­ni fu­tu­re

Il comitato dell'Associazione Svizzera d'Assicurazioni ASA si appella alle Camere federali affinché la riforma «previdenza per la vecchiaia 2020» venga sviluppata in modo tale da convincere i cittadini e da risultare sostenibili a livello finanziario per il settore pubblico e per l'economia. Per bilanciare la diminuzione dell'aliquota di conversione, l'ASA continua a dichiararsi a favore di una compensazione all'interno del secondo pilastro.

Zurigo, 9 marzo 2017 – La riforma della previdenza per la vecchiaia è obbligatoria e urgente. La riforma «previdenza per la vecchiaia 2020» rappresenta un passo centrale per stabilizzare dal punto di vista finanziario il nostro sistema previdenziale a medio termine. Il sistema svizzero della previdenza per la vecchiaia si trova di fronte a grandi sfide demografiche ed economiche. Il crescente peggioramento del rapporto tra il numero di chi paga i contributi e di chi percepisce le rendite nell'AVS e la ridistribuzione estranea al sistema nella previdenza professionale sono a svantaggio esclusivo dei giovani e delle generazioni future e minano la giustizia generazionale.

Dall'inizio della discussione sulla riforma l'ASA sostiene l'obiettivo di stabilizzare la previdenza per la vecchiaia mantenendo il livello di prestazioni. Per bilanciare la diminuzione dell'aliquota di conversione l'ASA si è sempre dichiarata a favore di una compensazione delle perdite, laddove vengono generate, vale a dire nel secondo pilastro. Vanno assolutamente rifiutate le proposte nell'assicurazione collettiva che non contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi della riforma, rendono più care le soluzioni di previdenza per le PMI e mettono in pericolo la loro continuazione.

Al fine di garantire le nostre assicurazioni sociali e ripristinare la giustizia generazionale, sono richieste soluzioni che convincano i cittadini e che risultino sostenibili a livello finanziario per il settore pubblico e per l'economia. Negli elementi centrali della riforma il Parlamento si è già mostrato concorde e ha preso decisioni di principio (età di pensionamento 65 anni per uomini e donne, flessibilizzazione dell'età di pensionamento di riferimento e riduzione dell'aliquota di conversione). Tuttavia, sussistono ancora importanti differenze tra le due Camere per quanto riguarda la struttura della riforma.

Nel poco tempo rimanente fino alla votazione finale del 17 marzo 2017, le Camere federali sono chiamate ad assumersi la responsabilità e ad accordarsi in modo che Consiglio federale e Assemblea federale possano sottoporre ai cittadini un progetto sostenuto dalla maggioranza del Parlamento.