Ali­quo­ta di con­ver­sio­ne: una ri­du­zio­ne è at­te­sa da tem­po

FocusArchivio13 Novembre 2017

La popolazione invecchia sempre più. Nonostante questo sia positivo, bisognerebbe tener conto di questa situazione anche nel calcolo delle rendite di vecchiaia. L'aliquota di conversione, che contribuisce a determinare l'ammontare della rendita, è da molto tempo troppo alta. L'ASA chiede che tale aliquota non venga stabilita dalla politica, ma dalla situazione reale.

Nel conteggio della rendita di vecchiaia annua nella previdenza professionale risultano determinanti due fattori: l'avere di vecchiaia risparmiato fino al momento del pensionamento e l'aliquota di conversione. L'aliquota di conversione permette di convertire l'avere di vecchiaia disponibile in una rendita. Attualmente l'aliquota di conversione LPP ammonta al 6,8 percento all'età di 65 anni per gli uomini e all'età di 64 anni per le donne. In caso di un avere pari a 100'000 franchi risulta una rendita annua di 6'800 franchi. Nella parte sovraobbligatoria la cassa pensioni può applicare un'aliquota di conversione inferiore.

L'ammontare dell'aliquota di conversione dovrebbe dipendere dalla possibile durata del pagamento delle rendite. Maggiore è l'aspettativa di vita, minore dovrebbe essere l'aliquota di conversione visto che il capitale risparmiato deve bastare per più anni. Altrettanto importante è il rendimento atteso: la cassa pensioni investe il capitale di vecchiaia. Di conseguenza, minori sono i rendimenti, minore dovrebbe essere l'aliquota di conversione.

Negli ultimi anni l'aspettativa di vita è aumentata sensibilmente, le persone diventano fortunatamente sempre più vecchie. Al tempo stesso i profitti sugli investimenti sono diminuiti notevolmente. Sui classici veicoli d'investimento come i titoli di Stato della Confederazione viene oggi applicato un tasso d'interesse perfino negativo. Di conseguenza, l'attuale aliquota di conversione è troppo elevata. Le rendite vengono quindi finanziate trasversalmente dagli assicurati attivi, ovvero i lavoratori. Quest'ultimi versano premi di rischio troppo elevati e beneficiano troppo poco dei proventi dagli investimenti perché questo denaro viene utilizzato per finanziare le rendite. Secondo uno studio di Credit Suisse, la ridistribuzione dagli assicurati attivi ai pensionati ammonta attualmente a 5,3 miliardi di franchi annui.

Il progetto «previdenza per la vecchiaia 2020», rifiutato dal Popolo, prevedeva una riduzione dell'aliquota di conversione LPP al 6 percento. L'ASA era a favore di questo progetto, seppur consapevole che un'aliquota del 6 percento sia ancora troppo alta. Questo è dimostrato anche dal fatto che sempre più casse pensioni, anche statali, applicano aliquote molto inferiori al 6 percento nella parte sovraobbligatoria. L'ASA richiede una riduzione dell'aliquota di conversione. Auspica inoltre che gli istituti di previdenza e gli assicuratori vita possano riscuotere un contributo o un premio per finanziare l'aliquota di conversione. Ciò non eliminerebbe il finanziamento trasversale estraneo al sistema da parte degli assicurati attivi, ma creerebbe perlomeno trasparenza.

Visto che l'aliquota di conversione è una misura attuariale, nell'interesse di un finanziamento sostenibile delle prestazioni di vecchiaia, non dovrebbe essere disciplinata nella legge. Inoltre, non dovrebbe nemmeno essere oggetto delle discussioni politiche, ma dovrebbe corrispondere sempre alle reali condizioni quadro.