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Contesto01 Giugno 2022

La crisi legata al coronavirus non solo ha aumentato la disoccupazione in vari settori, ma ha anche acuito la carenza di personale qualificato, soprattutto in ambito informatico. Le assicurazioni si stanno armando di modelli lavorativi innovativi per la corsa ai talenti.

Quando le aziende svizzere pubblicano offerte di lavoro, quelle in ambito informatico, in ingegneria e tecnologia rimangono spesso vacanti. Secondo l’indice della carenza di personale dell’Università di Zurigo, la carenza di personale in questi settori è particolarmente pronunciata.I motivi sono molteplici: il cambiamento demografico, con la generazione dei babyboomer che vanno in pensione, è sempre più evidente. Anche la pandemia contribuisce: ha dato infatti un’ulteriore spinta alla digitalizzazione e questo ha reso le competenze digitali ancora più importanti. 

«È diventato più difficile reclutare personale qualificato in ambito IT», Barbara Zimmermann-Gerster.

Se già prima la digitalizzazione era un argomento rilevante, ora la ricerca di personale informatico da parte delle aziende è ancora più assidua. Le offerte d’impiego in queste professioni hanno raggiunto il massimo storico da quando nel 2016 si è iniziato a rilevare i dati. Anche gli assicuratori ne sono testimoni: «È diventato più difficile reclutare personale qualificato in ambito IT», spiega Barbara Zimmermann-Gerster, capo politica della formazione e dei datori di lavoro dell’ASA, sintetizzando i feedback del settore.

«La digitalizzazione acuisce piuttosto la carenza di personale qualificato perché c’è una maggiore necessità di persone istruite», Gudela Grote.

Le assicurazioni dipendono inoltre da specialisti nei campi dell’ingegneria, della matematica, della medicina o dell’attuariato. Secondo la Prof. Dr. Gudela Grote, professoressa di psicologia del lavoro e delle organizzazioni al Politecnico di Zurigo, la digitalizzazione non comporterà, come temuto, l’eliminazione di molti posti di lavoro in questo settore: «La digitalizzazione acuisce piuttosto la carenza di personale qualificato perché c’è una maggiore necessità di persone istruite». Per le persone con livelli di qualifica più bassi invece la situazione sul mercato del lavoro è più difficile: «Le persone meno istruite continuano ad avere crescenti difficoltà. È qui che occorre sostenere in modo mirato la formazione e il perfezionamento». Con le sue cooperazioni nell’ambiente formativo svizzero, l’ASA si impegna attivamente per creare e mantenere offerte formative basate sui bisogni a vari livelli. Tuttavia, la domanda di offerte formative non è sufficientemente elevata ovunque: «La questione centrale continua ad essere come far interessare più persone alle discipline STEM», prosegue Grote.

Parola magica: STEM

Generare entusiasmo per STEM, un acronimo per le discipline quali scienza, tecnologia, ingegneria e tecnologia, rimane una sfida, anche secondo l’indice della carenza
di personale. Le donne, in particolare, sono sottorappresentate nelle professioni STEM. La quota già bassa di donne, di poco superiore al sette percento, è piuttosto in calo, soprattutto nel campo dell’informatica. «È da tempo noto che se più donne esercitassero queste professioni si potrebbe rimediare alla carenza di personale qualificato», constata il rapporto dell’Università di Zurigo.
 

Valorizzare il potenziale inutilizzato

Secondo l’Ufficio federale di statistica, 6 donne su 10 attive professionalmente lavorano a tempo parziale: le donne optano quindi per il modello di lavoro a tempo parziale circa tre volte di più rispetto agli uomini. Tuttavia, «Non è detto che i bassi gradi di occupazione siano scelti sempre volontariamente. Sono spesso legati a possibilità di custodia dei bambini insufficienti o care», sottolinea Gudela Grote. Esiste un potenziale non solo per una migliore integrazione dei lavoratori a tempo parziale, ma anche per le persone con disabilità o gli impiegati più anziani. «È importante che in questo ambito si abbattano gli stereotipi e si migliori l’integrazione», afferma Grote. Anche la rete Compasso, di cui l’ASA è sponsor principale, persegue questo obiettivo: supporta i datori di lavoro nella (re)integrazione dei collaboratori con problemi di salute nel processo lavorativo. 

L’economia si sta muovendo anche per quanto riguarda i dipendenti più anziani: con il patrocinio dell’Unione svizzera degli imprenditori è stata creata la rete focus50plus. Insieme a partner del mondo economico, scientifico, formativo e politico, l’Unione mira a garantire che il potenziale dei lavoratori di età superiore ai 50 anni possa essere utilizzato in modo sostenibile e con successo, anche dopo l’età di pensionamento. «Questi collaboratori dispongono di grande esperienza e conoscenza», aggiunge Barbara Zimmermann-Gerster. «I datori di lavoro possono beneficiarne e al contempo contrastare il problema della carenza di personale qualificato».

Compagnie di assicurazione innovative

Per mantenere i dipendenti anziani nel processo lavorativo più a lungo, varie compagnie di assicurazione offrono modelli innovativi: i collaboratori della Basilese, ad esempio, possono ridurre anticipatamente il loro grado di occupazione a partire dai 58 anni con il piano di carriera in età avanzata e a tempo parziale, senza dover accettare delle ripercussioni sulla loro previdenza per la vecchiaia. «Il nostro modello è orientato ai collaboratori e ai quadri che vogliono gradualmente lasciare la loro vita professionale», spiega Stephan Walliser, responsabile delle risorse umane della sede svizzera. In questo modo, la Basilese mira a rimanere un datore di lavoro attrattivo per i dipendenti più anziani e offrire un’alternativa al pensionamento anticipato. 

Anche altre assicurazioni cercano di valorizzare il più possibile il potenziale esistente investendo nella formazione permanente o in modelli di job-sharing per attirare collaboratori in diverse fasi della vita. Anche secondo Gudela Grote quindi il settore è ben preparato per la corsa al personale qualificato: «Le aziende che prendono sul serio la gestione delle risorse umane e valorizzano i loro dipendenti hanno un chiaro vantaggio».

In definitiva, però, anche il quadro normativo deve tenere il passo, come spiega Barbara Zimmermann-Gerster: «C’è un’evidente necessità di ottimizzazione nella previdenza per la vecchiaia e nella legge sul lavoro. In questi ambiti occorre stabilire i giusti incentivi: è ciò per cui ci impegniamo in qualità di settore assicurativo».