Ri­for­ma LPP: Con­si­glio fe­de­ra­le ir­re­mo­vi­bi­le con­ce­de sup­ple­men­to di ren­di­ta a piog­gia

Comunicato stampa25 Novembre 2020

Il messaggio del Consiglio federale pubblicato mercoledì sulla riforma della LPP comprende importanti elementi per la graduale stabilizzazione del secondo pilastro, come la riduzione dell’aliquota minima di conversione LPP al 6,0 percento in un’unica fase. L’ASA non comprende tuttavia perché, malgrado il chiaro esito della procedura di consultazione, il Consiglio federale si attenga al supplemento di rendita forfettario. In questo modo accetta massicci costi supplementari.

Con la riforma il Consiglio federale propone un importante primo passo avanti verso la stabilizzazione della previdenza professionale. Elemento centrale della riforma la riduzione dell'aliquota di conversione minima LPP al 6,0 percento in una sola fase. Questo dovrebbe ridurre in misura tangibile il sovvenzionamento trasversale dai giovani agli anziani – dai lavoratori ai pensionati. Al contempo va mantenuto l’odierno livello delle rendite attraverso misure appropriate sia a lungo termine nell’interesse dei giovani, sia a breve termine a favore della generazione di transizione. In nessun caso vengono toccate le rendite in corso. In tal modo il disegno di legge tiene conto anche del consolidato principio dell’equità tra le generazioni.

Livello delle prestazioni LPP mantenuto
Le proposte del Consiglio federale per la riduzione della deduzione di coordinamento e l’adeguamento dei principi per gli accrediti di vecchiaia mirano a mantenere il livello delle prestazioni LPP per la durata di contribuzione completa nonostante la riduzione dell’aliquota di conversione. L’ASA accoglie con favore tale obiettivo. Ora tocca al Parlamento accordarsi su una soluzione sostenibile a lungo termine per queste misure di compensazione suscettibile di ottenere il consenso della maggioranza. Come per ampie cerchie dell’economia anche per l’ASA deve essere rispettata una condizione fondamentale: no a un ampliamento delle prestazioni non sostenibile in particolare per l’economia delle PMI e i commerci. In concreto, le principali cerchie dell’economia chiedono al posto del dimezzamento della deduzione di coordinamento, la rispettiva riduzione al 60 percento del reddito soggetto all’AVS (massimo CHF 21’330), poiché temono per la sostenibilità dei costi salariali accessori supplementari da parte delle numerose PMI nei settori commerciali. A ciò si aggiunge la rivendicazione di un livellamento più moderato degli accrediti di vecchiaia come pure l’inizio del processo di risparmio per la vecchiaia dal 20° anno Di età.

Nessun elemento estraneo al secondo pilastro
Una sfida per il Parlamento è relativa alle misure volte a mantenere il livello delle prestazioni per la generazione di transizione. Analogamente ai partiti borghesi, altre importanti associazioni economiche e singole organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, anche l’ASA rifiuta il supplemento di rendita proposto dal Consiglio federale. «Pertanto, è alquanto sorprendente che il Consiglio federale non abbia tenuto conto di questo chiaro parere maggioritario e si sia mostrato irremovibile riguardo ai supplementi di rendita concessi a pioggia ed estesi oltre la generazione di transizione», commenta il direttore dell’ASA Thomas Helbling. Secondo il Consiglio federale, il supplemento di rendita vitalizio dovrebbe essere versato in modo forfettario, vale a dire senza considerare se un nuovo beneficiario o una nuova beneficiaria di rendite sono interessati dalla riduzione dell’aliquota minima di conversione LPP. «Questo sistema non solo causerebbe ingenti costi supplementari, bensì, così facendo, si introdurrebbe un elemento estraneo al secondo pilastro organizzato in base al sistema della ripartizione, illimitato nel tempo» aggiunge ancora Helbling.

Di conseguenza, l’ASA respinge di nuovo fermamente il supplemento di rendita proposto dal Consiglio federale e chiede di esaminare in modo approfondito il versamento unico a favore della generazione di transazione immediatamente interessata dalla riduzione del tasso di conversione. Per il finanziamento bisogna tenere conto che la previdenza professionale risente fortemente da anni della politica dei tassi negativi della Banca nazionale svizzera. Con l’assegnazione degli utili che ne risultano, pari a svariate centinaia di milioni di franchi all’anno alla Cassa federale, ai contribuenti della previdenza professionale vengono a mancare ingenti fondi. Questi sono da ricondurre nel quadro del finanziamento delle misure per la generazione di transizione alla previdenza professionale.
 

Nota per la redazione

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