Al­le pre­se con la ca­ren­za di per­so­na­le qua­li­fi­ca­to

Contesto19 Giugno 2023

La carenza di personale qualificato è attualmente una tendenza ampiamente diffusa. Ne è toccato pure il settore assicurativo, sebbene sia un datore di lavoro interessante. Su un totale di 38 categorie professionali esaminate interne al settore, in 30 la situazione relativa alla carenza di personale qualificato è più critica rispetto alla media dell’intera economia. Lo dimostra un nuovo studio condotto su mandato dell’ASA.

Gli indicatori parlano da sé: la forte immigrazione, il basso tasso di disoccupazione così come il numero elevato di posti vacanti sono indici di una maggiore necessità di personale qualificato. E se in una categoria professionale si prevedono molti pensionamenti a causa della struttura demografica, è probabile che la situazione di carenza si aggravi.

Dipende dalla professione 

L’economista Michael Lobsiger della società di consulenza BSS di Basilea ha analizzato, su mandato dell’ASA, in che misura anche il settore assicurativo svizzero sia interessato da questa tendenza diffusa, nota come carenza di personale qualificato. Per farla breve: numerose statistiche indicano che il settore assicurativo risente della carenza di personale qualificato in misura superiore alla media dell’intera economia, anche se in alcuni casi i valori variano notevolmente a seconda della professione. Tuttavia, nello studio* su 38 categorie professionali esaminate, 30 indicano una situazione di carenza di personale qualificato critica. 

Mentre la carenza di personale qualificato nella categoria professionale «Valutatori di rischio e periti stimatori di danno» si discosta solo leggermente da quella dell’economia nel suo complesso, nella categoria professionale «Esperti contabili» e nell’ambito dell’informatica emerge una carenza di personale qualificato decisamente superiore alla media. In sostanza, secondo l’autore dello studio Michael Lobsiger, la categoria «Professioni intellettuali e scientifiche» è la più colpita dalla carenza di personale qualificato, seguita dalle categorie professionali «Dirigenti» e «Professioni tecniche intermedie». In quest’ultima categoria rientrano, per quanto riguarda il settore assicurativo, principalmente gli specialisti assicurativi.

Dunque, c’è una forte richiesta di personale specializzato e altamente qualificato, che si trova in un’ottima posizione di negoziazione sul mercato del lavoro del settore.

Le professioni della categoria «Impiegati di ufficio» si situano invece nell’altra estremità della classifica: per quanto riguarda l’intero settore assicurativo qui c’è solo una professione, ovvero quella degli «Addetti ai servizi statistici, finanziari e assicurativi», che attesta una lieve carenza di personale qualificato. Il settore meno toccato dalla carenza è quello del «Personale di ufficio con compiti generali». Per concludere, dunque, c’è una forte richiesta di personale specializzato e altamente qualificato, che si trova in un’ottima posizione di negoziazione sul mercato del lavoro del settore. Vale quindi la pena che i professionisti del settore assicurativo investano nel proprio perfezionamento. 

Studio sulla carenza di lavoratori qualificati

Lo studio si basa sui dati degli anni 2018-2020 (i più recenti dati cumulati sull’arco di tre anni delle rilevazioni strutturali dell’Ufficio federale di statistica UST). La classificazione delle categorie professionali si basa sulla nomenclatura ufficiale delle professioni dell’UST. Prevista pubblicazione dello studio: estate 2023.

L’intelligenza artificiale è la rivale del personale

In questo contesto, è lecito domandarsi se in futuro l’intelligenza artificiale non possa riprendere le mansioni delle professioni meno specializzate: in fondo, si tratterebbe di una strategia per attenuare la carenza di personale qualificato. È interessante notare che Lobsiger non vede la concorrenza dell’intelligenza artificiale solo per il «Personale di ufficio con compiti generali», ma anche per i professionisti più qualificati come gli avvocati. Infatti, a suo avviso, esiste un potenziale di automazione soprattutto nell’ambito della ricerca, ad esempio nel trovare ed esaminare le sentenze. La valutazione giuridica, comunque, rimane ovviamente all’intelligenza umana, ma forse le rimane proprio solo questo. 

La carenza di personale qualificato è una sfida

Lo studio sulla carenza di personale qualificato nel settore assicurativo fornisce numerose informazioni specifiche a questo ambito: ad esempio, il fatto che alcune professioni tecniche tendono ad avere dipendenti più anziani rispetto ad altre categorie professionali e quindi è prevedibile che nei prossimi anni registrino un numero di pensionamenti superiore alla media. I giovani con le qualifiche adeguate hanno dunque tutte le carte in regola, mentre per le aziende questa situazione rappresenta una sfida. 

La percentuale di donne nelle professioni tecniche e scientifiche, ad esempio, può essere decisamente incrementata.

Lo studio mostra anche che i professionisti della categoria «Professioni intellettuali e scientifiche» e «Professioni tecniche intermedie» lavorano evidentemente con motivazione e hanno un tasso di occupazione superiore alla media. Questo vale sia per gli uomini sia per le donne. Il tasso di occupazione femminile è, in tutte le professioni del settore assicurativo, più alto di quello dell’intera economia. Il lavoro a tempo parziale, spiega Lobsiger, non è una delle cause principali della carenza di personale qualificato nel settore assicurativo. 

Nonostante questi risultati incoraggianti, la carenza di personale qualificato sta mettendo comunque alla prova il settore assicurativo. La percentuale di donne nelle professioni tecniche e scientifiche, ad esempio, può essere decisamente incrementata. Ciò solleva la questione sulla conciliabilità tra lavoro e famiglia. Se il settore spera che lo Stato trovi da solo delle soluzioni a questo problema, forse deve ricredersi.